Quando si pensa alla Costiera Amalfitana e al Golfo di Napoli, la mente corre subito al mare, agli agrumeti e a quegli splendidi borghi da cartolina abbarbicati su fianchi rocciosi a picco sul mare. In realtà questo contesto tipicamente mediterraneo cela un angolo di paradiso prettamente montano: si tratta del Monte Faito.
Sorge dall’alto dei suoi 1131 m di altezza tra Vico Equense e Castellammare di Stabia: fa parte della catena montuosa dei Monti Lattari e può essere raggiunto da entrambi i versanti in auto, senza dimenticare la funicolare che in una manciata di minuti arriva fino in cima.
Cosa tratteremo
Alla scoperta del Monte Faito
Il Monte Faito è una meta perfetta in ogni stagione, dall’estate quando diventa fresco riparo nel corso della caldissima estate sorrentina, all’inverno quando il monte si trasforma in un eremo silente e quieto. Molti anacoreti in passato si recavano infatti sul monte a pregare la Madonna del Toro: proprio nella vicina Vico Equense sorge un santuario dedicato proprio a Santa Maria del Toro.
Il Monte Faito è stato per molto tempo una delle principali fonti di legname in Italia tanto che proprio da qui proveniva il legname utilizzato per costruire grandiose imbarcazioni all’epoca di Ferdinando I re delle Due Sicilie, tra le quali la famosissima Amerigo Vespucci.
Il Monte Faito si presta a molte forme di turismo, da quello prettamente naturalistico a quello religioso: sono, infatti, molte le strutture ricettive che negli ultimi anni sono nate sul luogo, alberghi, bar, aree pic-nic e ristoranti dove gustare i prodotti tipici del luogo, dalle castagne al Provolone del Monaco, con vista spettacolare sul Golfo di Napoli. Non mancano poi i campi sportivi legati al Villaggio, piccolissimo centro fatto di case in legno con tanto di comignoli e pittoresche baite.
A proposito di scenari da immortalare in una foto ricordo, non si può non visitare il Belvedere sito sul Monte Faito, affacciato sulla collina di Pozzano e dal quale si può ammirare tutto il litorale Domizio, il mare punteggiato dalle Isole Flegree, Napoli e tutta la zona vesuviana: con un po’ di attenzione è possibile scorgere anche lo scoglio di Rovigliano nato, secondo la leggenda, dalle colossali pietre che Ercole staccò dalla cima del Monte Faito per poi scagliarle in mare.
Cosa fare sul Monte Faito: dalle escursioni ai pellegrinaggi
Per raggiungere la cima del Monte Faito basta utilizzare la funicolare costruita nell’agosto del 1952: questa funivia parte dalla stazione della città di Castellammare di Stabia e, grazie ai motori di 180 kW, permette di raggiungere la vetta in appena 8 minuti.
Una volta raggiunto il cuore del Monte Faito, è possibile esplorarlo attraverso un serie di sentieri che si insinuano tra castagneti e faggeti. Gli stessi faggi hanno dato il nome al Monte e alcuni esemplari risalenti a 400 anni fa si trovano proprio alle pendici del Faito: alcuni di questi colossali tronchi sono stati utilizzati in passato come neviere, con lo scopo di creare quel ghiaccio indispensabile per conservare le cibarie.
Tra i percorsi più belli sul Monte Faito c’è il Sentiero dell’Angelo che, in modo agevole, porta al Monastero di San Michele, fondato nel lontano VI secolo da Antonino e Catello, santi patroni di Sorrento e Castellammare di Stabia: pare che l’abbazia sia nata proprio sul luogo dove i due santi ebbero la visione dell’Arcangelo Michele. Accanto al Monastero sorge anche un rifugio, con lo scopo di accogliere i devoti pellegrini che si recano al monastero per pregare.
Altrettanto spettacolare, ma molto più impegnativo da percorrere, è il percorso CAI numero 330 che parte proprio dall’abbazia: lungo il sentiero si incontrano luoghi di suggestiva bellezza, come la Croce della Canocchia ma soprattutto la Sorgente dell’Acqua Santa. Si narra che questa fonte, dove si trova peraltro un curioso esemplare della pianta carnivora Pinguicula hirtiflora sia sgorgata in seguito a un colpo inferto con una lancia da parte di San Michele Arcangelo.
Qualsiasi sia l’escursione che si sceglie di fare sul Monte Faito, si avrà l’opportunità di ammirare anche specie animali e vegetali che vanno dalle orchidee a singolo bulbo, l’epipogio e la rarissima pteride di Creta. Non sarà difficile scorgere poi qualche cavallo selvaggio e le lontre, le quali danno il nome a una fonte presente sul monte.