Tutti desiderano visitare Parigi almeno una volta nella vita. La Ville Lumière è una delle più belle città al mondo, elegante, regale e nello stesso tempo pittoresca nei suoi quartieri. Alcuni di essi sembrano piccoli villaggi staccati dalla caotica metropoli.
La Tour Eiffeil, il Louvre e Montmartre sono certamente alcune delle attrazioni più celebri di Parigi. Tuttavia se si ha un po’ più di tempo a disposizione è possibile scoprire angoli insospettabilmente incantevoli; poco turistici ma non meno interessanti.
Il quartiere di Belleville è certamente tra questi, nonostante sorga nei pressi di due luoghi molto visitati dai turisti: il cimitero di Père-Lachaise e il Parco delle Buttes Chamont.
Belleville sorge infatti nel XX Arrondissement ed è un quartiere in continua evoluzione ed estremamente vivace culturalmente. Un vero e proprio melting pot dove diverse culture e nazionalità si incontrano ormai da secoli.
Cosa tratteremo
Belleville: il quartiere multietnico degli street-artist
In passato Belleville era un villaggio che pullulava di campi agricoli, vigneti e mulini a vento. La presenza nelle vicinanze di cave di gesso ha portato nel XIX secolo l’arrivo di operai da tutto il mondo; Vietnam, Libano, Grecia e Africa.
Questo passato multietnico si riflette nel presente di questo bellissimo quartiere, sito sulla più alta collina di Parigi. È chiamato simpaticamente “BoBo”, ossia borghese e bohémien.
Sono molti gli artisti che popolano Belleville con le loro opere e ateliers, oltre a studenti e a cittadini provenienti da tutto il mondo. In questo piccolo e affascinante angolo di Parigi non si contano i negozietti etnici, i caffè alternativi e i mercatini. Come quello che ogni giorno si svolge tra la stazione di Ménilmontant e la metro di Belleville. Tra le coloratissime bancarelle si trovano artigianato e cibi provenienti da ogni parte del mondo, dalla carne Hala ai brick della Tunisia preparati con capperi e patate.
A Belleville, dove peraltro Daniel Pennac ha ambientato il suo ciclo di romanzi “La saga di Malaussène”, a farla da padrone è soprattutto la street-art. Non si pensi però a disegni che imbrattano disordinatamente muri. In questo quartiere è arte allo stato puro e il primo ad aprirle la strada è stato Jean Le Gac che, in Place Fréhel, ha realizzato un murale nel 1986 raffigurante un investigatore al lavoro.
Da allora molti street-artist hanno lasciato la loro firma a Belleville, da Anis a Mosko fino a Ender, Invader e Jérôme Mesnager.
Gli amanti della street-art non possono non recarsi in Rue Denoyez, dove tutto è colorato e disegnato. Mura, lampioni, imposte delle finestre e persino le fioriere sono decorati con coloratissimi graffiti.
È qui poi che, tra caffè letterari retrò e ateliers, gli artisti di strada animano i fine settimana, con lettori di poesie che decantano versi al dolce suono di un violino.
La Belleville bucolica di Édith Piaf
Sono molte le strade di Belleville che incantano il turista più curioso, a partire da Rue Sainte-Marthe, ricca di caffè e ristorantini caratteristici. In Rue Civiale, invece, non mancano i locali legati all’antica medicina tradizionale cinese. In Rue de l’Ermitage sorge l’omonima Villa ricca di alberi rampicanti e curiosi spaventapasseri.
Rue Picabia invece offre moltissimi laboratori creativi visitabili, soprattutto nel mese di maggio dove tutti aprono le porte al pubblico. È qui che sorge poi l'”Association des Ateliers d’Artistes de Belleville”. Nata con lo scopo di valorizzare tutti i giovani artisti, mettendo poi a disposizione i suoi locali per interessanti esposizioni temporanee.
Si consiglia anche una visita alla piccola a Le Temps Donnés in Rue des Envierges, nel cuore di Haute Belleville, che è la parte più alta del quartiere. Lungo questa strada si trovano tatuatori, antiche sartorie, barbieri e l’imperdibile cafè chantant “Le Vieux Belleville”. Qui, in un clima d’antan, si può gustare la tradizionale cucina parigina.
Da Rue des Envierges si arriva facilmente in Rue Piat, dalla quale si accede al Parc de Belleville. È una bellissima area verde realizzata sulla collina, con tanto di panoramici sui tetti di Parigi, sulla dorata cupola de Les Invalides e sulla Torre di Montparnasse.
Il Parc de Belleville è un’oasi di pace e tranquillità, dove sopravvivano i vitigni simbolo del passato agricolo del quartiere. Tra roseti e alberi monumentali, qui sorge la Maison de l’Air, dedicata al tema dell’inquinamento atmosferico.
Una visita a Belleville, punteggiata peraltro da pittoreschi passages coperti come quello della Duéè (ossia la strada più stretta dell’intera città), non può non concludersi presso la casa museo di Édith Piaf. La cantautrice francese nata proprio a Belleville e sepolta nel vicino cimitero di Père-Lachaise. Foto, scuri abiti di scena e lettere narrano ogni più piccola curiosità su colei che con la bellissima “La vie en rose” ha regalato a Parigi la sua canzone simbolo.