Lecce, Otranto e Gallipoli sono le mete più conosciute del Salento ma ce ne sono alcune lontane dai flussi turistici tradizionali che devono essere visitate, anche solo per una passeggiata, per vivere sino in fondo la vacanza. Queste piccole località hanno molto da raccontare come Acaya, un paese di 500 anime che non si trova sul mare. Il borgo di Acaya ha conservato la fortificazione del XVI secolo e il centro non è un labirinto di vicoli ma è costituito da sei strade parallele intersecate da altre tre strade che formano una scacchiera. La porta di ingresso e il castello sono quelli originali del ‘500. Poco più distante ecco un altro dei borghi del Salento: Galatina. Sono 5 le porte di accesso al centro storico e 3 conservano ancora le simbologie: Porta Luce situata vicino alla chiesa della Madonna della Luce, riporta lo stemma della città; Porta San Pietro chiamata anche Porta Nuova e Porta Cappuccini che era il luogo di accesso del vicino convento.
Salento: relax nel borgo di Santa Cesarea Terme
L’architettura salentina ha forti influenze bizantine, spostandosi a Nardò in Piazza Salandra, il barocco si mostra in tutto il suo splendore, soprattutto nelle ore centrali della giornata. Uno spettacolo che continua se spostate lo sguardo verso la cattedrale romano gotica e il castello del XVI secolo. Per gli amanti dei libri invece ci sono circa ventunomila tra volumi scientifici, filosofici e teologici nella Biblioteca Comunale Achille Vergari. Anche il borgo salentino di Santa Cesarea Terme ha una storia affascinante, si affaccia sulla costa e la brezza marina fa risplendere le ville nobiliari ottocentesche in stile liberty, questa meta è apprezzata da chi cerca il relax le acque sulfuree termali hanno proprietà benefiche. A soli 7 km dalle terme si trova il borgo di Castro, la “piccola” Capri del Salento che si divide in Castro superiore, la parte più antica e l’area portuale sempre affollata.
Tra i borghi del Salento più frizzanti c’è Calimera considerato l’epicentro della Grecìa Salentina dove l’influenza greca è stata così significativa che ancora oggi si trova nelle inflessioni dialettale. Qui cultura pagana e cristiana si fondono, meta di molti turisti è la Sacra Roccia di San Vito un blocco monolite a cui sono legati diversi riti, per esempio il giorno dopo Pasqua lo si contempla per avere buoni auspici. Seguendo la strada per Melendugno si incontrano anche due antichi monumenti, il Dolmen Placa e il Dolmen Gurgulante. Infine Specchia, che è stato inserito nella lista dei 500 borghi più belli d’Italia, il centro storico è composto da stradine strettissime con scale e corti nascoste che si svelano agli occhi dei visitatori come fossero le quinte di un teatro con ombre e giochi di luce incantevoli, ideali per perdersi.