Tra la provincia senese e quella di Grosseto, a ridosso della Val d’Orcia, svetta imponente il Monte Amiata. Più di trecentomila anni di inattività vulcanica sono sufficienti a rasserenare gli animi di coloro che decidono di immergersi nei colori e nei profumi del monte più alto dell’Antiappennino toscano.
Le certezze inerenti l’inattività magmatica hanno consentito lo sviluppo di costruzioni e di centri abitati a ridosso del monte stesso. Ne hanno caratterizzato l’ambiente in maniera folkloristica e ne hanno valorizzando, al contempo, l’aspetto più naturalistico.
Dieci sono le tappe indicate per poter gustare scorci e vedute di un percorso in salita dall’impagabile soddisfazione.
Cosa tratteremo
Il borgo di Santa Fiora
Il borgo di Santa Fiora sorge nella parte meridionale del Monte Amiata. Gli escursionisti che partono da qui per salire sull’antico vulcano trovano ristoro presso le strutture che caratterizzano il borgo.
L’ospitalità, insieme al buon cibo, fanno da contorno alle bellezze del luogo e offrono spunti suggestivi di gratificazioni goderecce e culturali. Lo stile medievale, infatti, è rimasto integro e pervade ancora oggi il borgo. Consente dunque di ammirarne gli edifici e gli elementi dell’epoca. Dalla torretta dell’orologio a Palazzo dei Conti Sforza Cesarini l’immersione culturale è assicurata.
Il Museo delle miniere di mercurio
Nella Piazza Garibaldi del Comune di Santa Fiora è stato allestito il Museo delle miniere di mercurio. L’intento era quello di testimoniare la storia e soprattutto il duro lavoro dei minatori.
La documentazione presente permette di ricostruire fedelmente la quotidianità del minatore che si accingeva ad estrarre i minerali presenti in prossimità del monte Amiata. Ne evidenzia anche le criticità e gli aspetti del tutto peculiari caratterizzanti l’epoca storica di riferimento.
Il borgo di Seggiano
Il corso del fiume Orcia, che conferisce il nome all’omonima valle, è sovrastato dalla collina su cui sorge il borgo di Seggiano.
Vigne, uliveti e alberi da frutto disegnano i contorni del piccolo borgo sviluppatosi ai piedi del Monte Amiata.
Il noto olio di Seggiano trova qui la sua origine, tra dolci pendii, antiche rocce laviche e l’eco delle campane di ogni piccola chiesa che si erige per le viuzze del borgo.
Il Giardino di Daniel Spoerri
Seggiano ospita un giardino insolito, fatto di sculture e di poesia, dell’impronta tangibile che il pittore e danzatore Daniel Spoerri ha voluto lasciare alle colline toscane.
Proprio alle porte di Seggiano l’artista ha voluto omaggiare la Toscana con la sua arte contemporanea che ben si sposa con il paesaggio circostante.
Arcidosso e la Fortezza Aldobrandesca
Il Comune di Arcidosso sorge attorno al Castello di proprietà della famiglia Aldobrandeschi. La fascinosa Fortezza risale al nono secolo d.C. e può vantare si essere uno dei palazzi più antichi d’Europa. Il destino dello storico edificio risuona nel nome del Granducato di Toscana quale fulgido esempio di architettura medievale dell’area amiatina.
Il Museo di Arte e Cultura Orientale di Arcidosso
Inaspettato sembrerebbe un museo dal carattere orientale alle pendici del Monte Amiata, in Toscana. Eppure sono oltre cinquemila gli oggetti di arte orientale custoditi all’interno del MACO, oltre ai reperti etnografici appartenenti alla Collezione Namkhai.
Si tratta di un grande studioso che ha avuto l’idea di creare un museo vivente in ossequio all’elevato livello di spiritualità che il Monte Amiata ispira, con il fine di attirare visitatori da tutto il mondo.
Il borgo di Piancastagnaio
Nel silenzio dei monti sorge il borgo di Piancastagnaio, esempio brillante dell’architettura medievale che ha consegnato ai turisti del nostro millennio la facoltà di godere del suo più noto elemento: la Rocca Aldobrandesca, risalente al XIII secolo d.C. circa. Nonché il santuario della Madonna di San Pietro, la Chiesa di San Filippo Neri e la Riserva naturale del Pigelleto e le Miniere del Siele.
Il borgo di Castiglione d’Orcia e la Pieve dei Santi Stefano e Degna
Il borgo di Castiglione d’Orcia, oltre al suo profilo tipicamente medievale, ospita edifici rinascimentali dalla natura sacramentale. L’emblema più rappresentativo è costituito dalla Pieve dei Santi Stefano e Degna, risalente al Cinquecento, all’interno della quale sono presenti affreschi della scuola senese, tra cui importanti tavole oggi trasferite alla Pinacoteca di Siena.
Castel del Piano e Palazzo Nerucci
Tra i musei più prestigiosi della Maremma toscana che ospitano collezioni di vario genere, dai reperti archeologici alle moderne collezioni pittoriche, non manca quello di Palazzo Nerucci, esempio di architettura cinquecentesca, il quale sorge nel centro di Castel del Piano. L’antico borgo, prossimo al Monte Amiata, è altresì annoverato tra i maggiori produttori di vino e olio per la mirabile presenza di rigogliosi vigneti e uliveti.
Castell’Azzara e la Villa Sforzesca
Il borgo di Castell’Azzara era annoverato tra i possedimenti della famiglia Aldobrandeschi, forse già noto all’epoca per la presenza del tartufo della Maremma. Oggi è quest’ultimo ad essere celebrato e ricercato in tutto il mondo, senza tralasciare, tuttavia, i fasti culturali che la Villa Sforzesca evoca quale prominente struttura rinascimentale.