L’Eremo di Santa Caterina del Sasso, adagiato su una scogliera che domina il Lago Maggiore, è uno dei luoghi più suggestivi e affascinanti d’Italia. Questo antico monastero, incastonato nella roccia, offre uno spettacolo unico: un connubio perfetto tra paesaggi mozzafiato, arte sacra e un’atmosfera intrisa di pace e spiritualità.
Il fascino dell’eremo non si limita alla sua spettacolare posizione. Ogni pietra, ogni affresco racconta una storia che attraversa i secoli, rendendo questo luogo una meta imperdibile per gli appassionati di arte, storia e natura. La sua vicinanza a città come Milano, Varese e Como lo rende facilmente raggiungibile e adatto per una gita fuori porta che rimarrà nel cuore di chi lo visita.
Cosa tratteremo
Una storia che inizia con un voto
Le origini dell’Eremo di Santa Caterina del Sasso affondano nel XII secolo, quando Alberto Besozzi, un mercante locale, visse un’esperienza straordinaria. Sorprendentemente sopravvissuto a una tempesta durante la traversata del lago, si rifugiò in una grotta sulla riva. In segno di gratitudine per la salvezza, fece voto a Santa Caterina d’Alessandria di dedicare la sua vita alla preghiera.
Alberto mantenne la sua promessa, ritirandosi in solitudine e costruendo una cappella in onore della santa. Questo piccolo luogo di culto divenne il cuore pulsante di un complesso che, nei secoli successivi, si sarebbe trasformato in un vero e proprio eremo.
Nel corso del XIV e XV secolo, il santuario venne ampliato con la costruzione di nuove chiese e strutture, divenendo un importante centro religioso. La gestione dell’eremo passò attraverso diversi ordini monastici, tra cui i Domenicani, i Carmelitani e infine gli oblati benedettini, ognuno dei quali lasciò la propria impronta storica e artistica.
Il convento meridionale: Una finestra sul passato
L’ingresso all’eremo è segnato dal Convento Meridionale, un edificio risalente al XIV secolo, che accoglie i visitatori con un elegante porticato su due livelli. La struttura, semplice ma affascinante, custodisce affreschi antichi e una sala capitolare dove spicca un grande camino, testimone della vita quotidiana dei monaci che qui risiedevano.
Il conventino: Un viaggio nel XIII secolo
Proseguendo, ci si imbatte nel Conventino, una struttura più antica, risalente al XIII secolo. Questo edificio rettangolare, distribuito su due piani, racconta storie di semplicità e devozione. Al piano terra si trovano una cucina e un refettorio, mentre il piano superiore ospita alcune celle monastiche e stanze adornate da una serie di affreschi del XVII secolo, tra cui spiccano le suggestive rappresentazioni della Danza Macabra, un tema che invita a riflettere sulla caducità della vita terrena.
La chiesa di Santa Caterina: Il cuore del santuario
Il fulcro del complesso è la Chiesa di Santa Caterina, un edificio straordinario che combina elementi architettonici di epoche diverse. La sua forma irregolare, dovuta alla fusione di tre cappelle costruite in tempi differenti, è un esempio di come l’arte sacra possa adattarsi all’ambiente circostante.
Gli affreschi che decorano la chiesa, realizzati tra il XIV e il XIX secolo, sono un tripudio di colori e dettagli che raccontano storie sacre e miracoli. Tra questi, spicca il celebre episodio dei “massi ballerini”: cinque enormi pietre che, precipitate sulla chiesa durante una frana, rimasero miracolosamente sospese senza causare danni. Questo evento, considerato un miracolo, è commemorato da un’apertura visibile sul soffitto del santuario.
La chiesa ospita anche il sacello di Alberto Besozzi, dove si trovano le sue reliquie, e un campanile in pietra del XIV secolo, alto 15 metri, che si erge a strapiombo sul lago e offre un panorama incantevole.
Curiosità e leggende
Oltre alla storia documentata, l’eremo è avvolto da un’aura di mistero e leggende. Si narra che il nome “Sasso Ballaro” derivi proprio dai “massi ballerini” sospesi nella volta del santuario. Inoltre, le rappresentazioni della Danza Macabra presenti nel conventino riflettono un’epoca in cui la fragilità dell’esistenza era un tema ricorrente, ma offrono anche un monito universale che risuona ancora oggi.
Come organizzare la visita
L’eremo è accessibile durante tutto l’anno, con orari variabili a seconda della stagione:
- Inverno (novembre-febbraio): sabato, domenica e festivi, 9:00-12:00 e 14:00-17:00.
- Primavera e autunno (marzo-ottobre): aperto tutti i giorni con orari intermedi.
- Estate (15 giugno-15 settembre): 9:00-18:00, con chiusura tra le 12:00 e le 13:30.
Il costo del biglietto è di €5,00 per gli adulti e di €3,00 per i bambini. L’ascensore, utilizzabile per evitare i gradini, ha un costo aggiuntivo di €1,00 a tratta.
Come raggiungere l’eremo
In auto: il santuario si trova a Leggiuno, in provincia di Varese. Percorrendo l’Autostrada A8, l’uscita più vicina è quella di Sesto Calende. Da qui, seguendo le indicazioni per Laveno Mombello, si arriva a un parcheggio gratuito vicino al complesso.
A piedi o in ascensore: dal parcheggio, l’eremo è raggiungibile attraverso una scalinata panoramica di 268 gradini o con l’ascensore scavato nella roccia, perfetto per chi desidera un’alternativa più comoda.
Via lagoArrivare via lago è un’opzione particolarmente suggestiva. I battelli partono regolarmente da Stresa e Laveno, offrendo una vista unica sull’eremo prima dello sbarco.
In treno: le stazioni ferroviarie più vicine sono Sangiano (a circa 3 km) e Laveno Mombello Nord (a 6 km), entrambe collegate alla rete ferroviaria regionale.
Consigli pratici per una visita senza intoppi
- Abbigliamento decoroso: Essendo un luogo religioso, è importante indossare abiti rispettosi.
- Scarpe comode: La scalinata e le superfici lastricate richiedono calzature adeguate.
- Accessibilità: L’ascensore consente anche a persone con mobilità ridotta di visitare l’eremo.
- Durata: Dedicate almeno un’ora alla visita per esplorare ogni angolo del santuario.
Visitare l’Eremo di Santa Caterina del Sasso significa immergersi in un’esperienza che combina bellezza naturale, arte e spiritualità. Questo luogo unico sul Lago Maggiore non solo regala scorci indimenticabili, ma offre anche un momento di riflessione e connessione con la storia. Non perdete l’occasione di scoprire uno dei gioielli più preziosi della Lombardia!