Gli antichi etruschi sapevano come sfruttare al meglio i territori sui quali spadroneggiavano. Una rocca in pietra piperino nel pieno centro della Tuscia ha permesso loro di creare un agglomerato sociale. Fiorente sia in termini di ricchezza che di strenua difesa. Il borgo di Vitorchiano si erige, infatti, sulle pietre di matrice lavica che caratterizzano questa parte della Tuscia, in provincia di Viterbo.
Il nome Vitorchiano sembrerebbe derivare dal latino Vicus Orclanus, riferibile ad Orcla, un luogo sacro presso la zona di Vetralla dedicato alla dea etrusca Norzia. La Valle Teverina culla il borgo e ne costituisce una difesa naturale. Al contempo, lo arricchisce grazie alla ricchezza dei torrenti d’acqua che attraversano l’intera vallata.
Cosa tratteremo
Le origini di Vitorchiano
La pietra in piperino, di natura vulcanica, caratterizza tutta la zona in cui sorgono i monti Cimini. L’origine etrusca del borgo di Vitorchiano è attestata dalla successiva dominazione romana. Questa, ai suoi albori, è presto riuscita ad inglobare tutti i territori vicini e i piccoli centri vicini alla Capitale.
Il fatto che il borgo fosse arroccato in posizione strategica ne faceva un luogo appetibile alla conquista. Perciò esso divenne ben presto castrum romano, una volta strappato agli Etruschi.
A tal proposito, si narra che un giovane pastore di nome Marzio venne inviato da Vitorchiano a Roma per annunciare un imminente attacco etrusco alle spalle dei romani. Durante il tragitto per arrivare a Roma, una spina si conficcò nel piede del pastore il quale non riuscì a sopravvivere date altre circostanze.
Il sacrificio del messaggero viene ricordato ancora oggi grazie ad un’illustre opera scultorea a lui intitolata e realizzata dall’artista Luigi Fondi, nel 1979. Secondo alcuni, il ringraziamento da parte del Senato di Roma al pastore di Vitorchiano avrebbe ingenerato nella Capitale la decisione di creare il forte legame di fiducia che è valso il titolo di Terra Fedelissima all’Urbe.
Il borgo nel Medioevo
Vitorchiano sorge in una vallata creata dal torrente Vezza che sgorga limpida dai monti Cimini, presenti alle spalle del borgo.
L’epoca medievale lo ha reso ancor più caratteristico grazie alla costruzione di un imponente cinta muraria. Questa aveva la funzione specifica di difendere Vitorchiano dagli attacchi nemici. Il primo a fortificarne le mura fu il re longobardo Desiderio, dopo averne conquistato il territorio.
Nel corso dei secoli Vitorchiano divenne luogo di contesa tra viterbesi e romani, nonostante il borgo fosse dichiaratamente disposto ad entrare a far parte del feudo di Roma. Così avvenne, e a partire da quel momento Vitorchiano fu perfino proclamata Terra Fedelissima dell’Urbe. Infatti, per fare in modo che il borgo rimanesse sotto la protezione di Roma, contro le mire espansionistiche dei viterbesi, il Senato romano arrivò a sancire ufficialmente il legame con i vitorchianesi. Ne riconobbe, inoltre, privilegi quali esenzioni fiscali dai tributi romani e la facoltà di fregiarsi del simbolo della Lupa Capitolina.
Questa è la versione di alcuni studiosi dell’antichità che ben si sposa con l’espressione che ne è derivata in seguito sulla denominazione degli abitanti del borgo come Fedeli di Vitorchiano.
I dintorni di Vitorchiano
La cinta muraria che avvolge e protegge il borgo di Vitorchiano ha una lunghezza di circa duecentocinquanta metri, con l’aggiunta di due porte e una torre. La bellezza storica delle mura è arricchita dalla presenza di monumenti ed edifici artistici posti a scopo decorativo e celebrativo del borgo stesso: dal Palazzo del Comune alla Torre dell’Orologio, dalla Fontana di Fuso alla Casa del Vescovo e del Rabbino. La presenza di una comunità ebraica è infatti nota alle mura di Vitorchiano già prima del Cinquecento.
Raggiungendo la piazza principale, Piazza Umberto I, la statua in pietra di piperino che raffigura il pastore Marzio accoglie benevola i visitatori. Le numerose chiese disseminate per i vicoli del borgo prestano la loro umile opulenza a tutto beneficio dei turisti più curiosi o dalla spiritualità più accesa.
Dal massiccio agglomerato di roccia magmatica, sul quale sorge il piccolo borgo, è possibile ammirare non soltanto la Valle Teverina, a ridosso dei monti Cimini, ma anche la Valle del Cunicchio. Per raggiungerla è sufficiente attraversare Sant’Angelo, rinominato Paese delle Fiabe per la presenza di affreschi pittorici relativi alle più belle fiabe Disney.
L’itinerario attraverso i borghi che sono sorti nel tempo in questa zona prosegue incontrando il Castello Costaguti e Celleno Vecchio, ormai borgo fantasma.
Rapa Nui e Vitorchiano
Un’insolita attrazione riporta il visitatore al borgo di Vitorchiano: la statua Moai realizzata dagli abitanti della nota Isola di Pasqua ha creato un certo scalpore in tutta la regione. La ragione risiede nella necessità di sensibilizzare la nazione al restauro delle famose statue presenti sull’isola.
Il materiale vulcanico estraibile da Vitorchiano si è rivelato, infatti, il prodotto più simile per facilitare il restauro delle statue Moai. Per questo, una delegazione di pasquensi ha voluto omaggiare Vitorchiano della loro presenza realizzando per i cittadini l’emblema della popolazione isolana.